Nel primo quadrimestre di questo anno c’è stato un sensibile aumento dell’export delle aziende italiane in Russia in quasi tutti i settori con esclusione dei mezzi di trasporto dove si rileva una contrazione.
Meccanica in generale, semilavorati vari, moda e accessori moda, arredamento ed edilizia, chimica e farmaceutica, piante e floricoltura queste le aree di maggior rilievo.
Sono però ancora poche le aziende italiane che ritengono il mercato russo come strategico e questo è un grande errore visto che stiamo parlando dell’entità statale più vasta al mondo e di un’area di mercato ancora più vasta se consideriamo le nazioni ad influenza russa, la Bielorussia è una di queste e anche in questa area di mercato l’importazione italiana è in fase d’incremento.
Le imprese Italiane hanno a portata di mano una grande opportunità per ripristinare, attivare, quindi consolidare i rapporti di affari fra imprenditori Italiani e Russi, rapporti che prima della cosiddetta “crisi” vedevano l’Italia come partner privilegiato della Russia, posizione che deve essere riconquistata ad ogni costo dalle imprese italiane per consolidare i loro fatturati e la loro presenza nel mercato più vicino con il maggiore trend di sviluppo per decine di anni avvenire.
Soprattutto un mercato, quello russo, dove il Made in Italy, e oggi anche le partnership e delocalizzazioni italiane, sono molto apprezzate, richieste e ambite, così come l’Italia resta una delle aree turistiche preferite dai Russi.
Un mercato da affrontare con serietà, costanza e pazienza e che offrirà nel tempo le migliori soddisfazioni imprenditoriali.
Da Il Sole 24ore di giugno 2017
……..In molti casi, come per Cina, Giappone, Corea del Sud e Canada, i progressi delle vendite continentali sono a doppia cifra, anche se la sorpresa più gradita del 2017 è certamente la ripresa prepotente visibile in Russia.
Tra gennaio ed aprile l’export europeo verso Mosca è infatti lievitato del 23%, arrivando a quota 26,6 miliardi di euro. Scatto che riporta la Russia al quarto posto (alle spalle di Stati Uniti, Cina e Svizzera) tra i maggiori mercati di sbocco dell’intera Unione. Il Sole 24 Ore
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