L’Agenzia statistica russa (Rosstat) ha riassunto i risultati dello sviluppo economico del Paese nel 2018. La crescita del Pil in Russia l’anno scorso è stata del 2,3%, un risultato superiore alle stime del Ministero dello Sviluppo Economico e della Banca Centrale Russa. Una cifra record dal 2012, anno in cui l’economia era cresciuta del 3,7 per cento.
“Secondo le prime stime, il PIL della Russia nel 2018 avrebbe raggiunto, a prezzi correnti, 103.626,6 miliardi di rubli. La crescita del volume fisico del PIL rispetto al 2017 è stata del 2,3%”, ha dichiarato il portavoce di Rosstat.
Nel 2013 e nel 2014 l’economia è cresciuta rispettivamente dell’1,8% e dello 0,7%. Alla fine del 2015 è stato registrato un calo del 2,5%. Nel 2016 e nel 2017, l’economia russa ha ripreso a crescere: il PIL è cresciuto rispettivamente dello 0,3% e dell’1,6 per cento.
A fine gennaio, il Ministero dello Sviluppo Economico ha migliorato la stima della crescita del PIL portandola dall’1,8% al 2%, grazie soprattutto a una crescita nel settore delle costruzioni. La Banca Centrale ha previsto una crescita del PIL pari all’1,5-2 per cento.
Secondo Rosstat, nel 2018 il prodotto interno lordo del settore delle costruzioni è cresciuto del 4,7%. Solo nel settore finanziario e assicurativo (6,3%), e in quello alberghiero e della ristorazione (6,1%), sono stati registrati tassi di crescita più elevati.
Secondo il presidente russo, Vladimir Putin, le riserve per una crescita economica “sono ben lungi dall’essere esaurite”. Le aziende russe devono “rafforzare le loro posizioni sui mercati nazionali e globali”, e per fare ciò “è necessario rimuovere quanto ostacola il miglioramento del clima imprenditoriale nel Paese”, ha dichiarato Putin.
“Naturalmente, i progetti nazionali dovrebbero diventare un incentivo per le imprese russe, per il rapido sviluppo di tecnologie avanzate e per la produzione di nuovi beni e servizi, affinché le nostre aziende possano rafforzare le loro posizioni non solo sul mercato nazionale, ma anche su quello globale, e partecipare attivamente alle catene mondiali di produzione”, ha aggiunto Putin durante un intervento al Forum “Business Russia”. Secondo il presidente russo, “dovremmo concentrarci su alcune aree critiche, e il primo passo è una conseguente rimozione delle barriere. La qualità del nostro clima imprenditoriale dovrebbe essere commisurata alla portata delle sfide che la Russia deve affrontare”, ha aggiunto.
Il ruolo delle imprese nello sviluppo della Russia è grande, e sono proprio gli imprenditori a creare posti di lavoro, e a garantire così il reddito dei cittadini. “Quanto più dinamiche e forti sono le imprese, sia nei settori tradizionali, sia in quelli emergenti”, ha sottolineato Putin, “tanto più sostenibile sarà la crescita economica della Russia. Ed è necessario, prima di tutto, che il Paese si arricchisca, che la sua prosperità e qualità della vita migliorino”.
A questo proposito, il sostegno statale al commercio è uno dei compiti più importanti nel contesto delle sanzioni antirusse e di altre restrizioni esterne, tenendo presente che dietro lo schermo della politica si nasconde l’eliminazione dei rivali e la ridistribuzione dei mercati.
“Contro le famose sanzioni alla Russia ci battiamo e ci batteremo, non perché siamo filorussi o filoamericani, ma perché siamo filoitaliani”. Lo ha detto il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio in occasione dell’inaugurazione del Micam, il Salone internazionale delle calzature promosso da Assocalzaturifici a Fiera Milano. Secondo Di Maio “se ci sono imprese che stanno avendo enormi danni dalle sanzioni contro la Russia è giusto che si riveda lo strumento, non il principio”.
Anche per il presidente dell’Associazione “Conoscere Eurasia” e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, “oggi più che mai la Russia è un Paese e un mercato di sbocco strategico per l’economia italiana. La flessione dell’export made in Italy registrata nel 2018 è il segnale di un problema non imputabile esclusivamente alle sanzioni e a quei settori circoscritti soggetti alle restrizioni commerciali. La stabilità del più grande Paese eurasiatico non è in discussione.
Serve tornare a intercettare la domanda russa e, nel contempo, riconsiderare il ruolo di ponte della Russia verso l’Eurasia e la Cina”.
Nonostante le sanzioni antirusse, la Russia non cadrà nell’isolazionismo e non ostacolerà la cooperazione economica internazionale, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin. “Vorrei sottolineare che naturalmente non abbiamo intenzione di cadere nell’isolazionismo, né di costruire barriere che ostacolino la cooperazione economica internazionale. Comprendiamo perfettamente che questo di per sé frenerebbe lo sviluppo del Paese”, ha dichiarato Putin durante un incontro con i rappresentanti della comunità imprenditoriale russa. Il presidente ha osservato che la Russia, insieme ai suoi partner, è aperta, in primo luogo, agli scambi commerciali, tecnologici e di investimento, nonché alla cooperazione.
La risposta alle restrizioni esterne dell’Occidente dovrebbe essere quella di aumentare la competitività globale dell’economia russa. “Dobbiamo accelerare seriamente il ritmo dello sviluppo industriale, rafforzare la nostra base scientifica e tecnologica, favorire la localizzazione della produzione e la conquista di nuovi mercati da parte delle imprese russe, non solo in Russia, ma anche all’estero”, ha sottolineato Putin. (Estratto da Russia 24 – Banca Intesa)