LA CRISI PIÙ PROFONDA DEGLI ULTIMI DECENNI, MA È SOLO L’INIZIO.
Quanto è costata la crisi energetica all’Europa? Finora, il bilancio è molto amaro e secondo alcuni calcoli si sommano ben 1.000 miliardi di euro di spesa in più per il gas.
Cosa aspettarsi nel 2023? Il conto può ancora peggiorare per i Governi Ue.
Il 2022 è stato davvero complesso per il vecchio continente sul fronte delle risorse per l’energia, con una vera rivoluzione geopolitica del gas innescata dalla guerra in Ucraina e tuttora in corso.
MERCATO STRETTO FINO AL 2026. QUESTO SI TRADURRÀ IN PREZZI ELEVATI.
Cosa accadrà nel 2023? Le previsioni non sono così rosee: perché la crisi energetica può ancora mordere in Europa.
Crisi energetica: l’Europa ha già pagato 1.000 mld di euro
L’Europa è stata colpita dall’onda travolgente dei costi energetici da quando è scoppiata la guerra in Ucraina: il conto è pesante e vale circa 1.000 miliardi di dollari spesi per il caro energia.
Secondo alcuni analisti, la crisi più profonda degli ultimi decenni è solo all’inizio.
Dopo questo inverno, la regione dovrà riempire le riserve di gas con consegne scarse o nulle dalla Russia, intensificando la concorrenza per il carburante.
Anche con più strutture per l’importazione di Gnl in linea, si prevede che il mercato rimarrà stretto fino al 2026, quando sarà disponibile ulteriore capacità di produzione dagli Stati Uniti al Qatar.
Tutto questo si tradurrà in prezzi ancora elevati.
MOLTO PIÙ DIFFICILE PER I GOVERNI GESTIRE QUESTA CRISI NEL 2023.
Inoltre, mentre i Governi sono stati in grado di aiutare le aziende e i consumatori ad assorbire gran parte dei rincari record con oltre 700 miliardi di dollari di aiuti, secondo il think tank Bruegel con sede a Bruxelles, uno stato di emergenza potrebbe durare anni.
Con i tassi di interesse in aumento e le economie probabilmente già in recessione, il sostegno che ha attutito il colpo per milioni di famiglie e imprese sembra sempre più insostenibile.
SOSTEGNO PER MILIONI DI FAMIGLIE E IMPRESE È SEMPRE PIÙ INSOSTENIBILE.
“Una volta sommato tutto – salvataggi, sussidi – è una quantità di denaro ridicolmente grande”, ha affermato Martin Devenish, direttore della società di consulenza S-RM. “Sarà molto più difficile per i governi gestire questa crisi nel 2023.”
Il punto è che la capacità fiscale degli Stati è già al limite. Circa la metà dei membri dell’Unione Europea ha un debito che supera il limite del blocco del 60% del Pil.
I circa 1.000 miliardi di dollari, calcolati da Bloomberg sulla base dei dati di mercato, rappresentano quindi un bilancio davvero oneroso per consumatori e aziende, alcuni dei quali, ma non tutti, sono stati compensati con pacchetti di aiuti.
La scorsa settimana, l’autorità di regolamentazione della rete tedesca ha avvertito che non viene risparmiato abbastanza gas e due dei cinque indicatori, compresi i livelli di consumo, sono diventati critici.
Per aziende come quelle tedesche, che fanno affidamento su energia a prezzi accessibili per realizzare dalle automobili ai prodotti chimici, i costi elevati significano perdere competitività a favore di Stati Uniti e Cina.
Ciò mette sotto pressione l’amministrazione del cancelliere Olaf Scholz affinché mantenga il sostegno all’economia.
LA METÀ DEI PAESI UE HA UN DEBITO CHE SUPERA IL LIMITE DEL 60% DEL PIL.
Per Paesi come l’Italia, invece, prezzi energetici elevati anche nel 2023 si traducono in maggiore debito e instabilità finanziaria se il Governo si trova costretto a nuovi aiuti. Il livello di indebitamento è già al limite e l’obbligo per la nazione è di abbassare il debito/Pil.
Tutto lascia presagire che l’anno prossimo la crisi dell’energia sarà ancora profonda in Europa. (estratto da moneyit)