Accadde oggi 4 anni fa. Stefano Bruschi
4 anni fa (2019) pubblicavamo questo post dove il Presidente Putin affermava:
“…COSA VUOL DIRE FARE LA PACE? NOI NON ABBIAMO LITIGATO CON NESSUNO. E NON VOGLIAMO LITIGARE CON NESSUNO”…
OGGI 2023:
DEI 193 PAESI NELLE NAZIONI UNITE, SOLO 52 APPLICANO LE SANZIONI.
IL 73% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE È SOTTO SANZIONI.
USA AGGRESSIVI PER IMPEDIRE CHE GLI ALTRI PAESI CRESCANO.
AZIENDE OCCIDENTALI IN DIFFICOLTÀ DOPO AVER LASCIATO LA RUSSIA.
L’ESERCITO DI KIEV “RIDOTTO” È ORMAI INUTILE, OCCIDENTE NEL PANICO.
USA E UE IN UNA AVVENTURA SENZA SENSO E PERICOLOSA ANCHE PER LORO.
Noi non abbiamo litigato con nessuno”, commenta Putin la situazione con Occidente….
Putin: non esiste al mondo un’economia puramente di mercato…..
Il programma per contrastare le sanzioni vale 9 miliardi di euro….
“Per prima cosa, cosa vuol dire fare la pace? Noi non abbiamo litigato con nessuno. E non vogliamo litigare con nessuno”, ha detto il presidente…..
Lo scopo dei progetti nazionali è costruire nuovi binari per l’economia e la qualità della vita.
“Difficilmente in futuro l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti della Russia cambierà in modo cardinale”, ha detto, aggiungendo:
“Se ci arrendiamo completamente e sputiamo sui nostri interessi nazionali fondamentali ci saranno dei cambiamenti?
Forse ci saranno dei segnali esterni, ma niente cambierà in modo cardinale”.
Il presidente ha fatto l’esempio dell’opposizione degli Stati Uniti rispetto alla Cina che “non ha niente a che fare con la Crimea e Donbass”.
“Sono le stesse sanzioni”, ha detto Putin commentando la politica dei dazi operata dagli USA rispetto alla Cina.
“Non esiste un’economica o puramente di mercato o puramente amministrativa. Mentre l’economia mista esiste in tutto il mondo.
(4 anni fa su www.russiaaffari.blog )
OGGI 2023 DAL FORUM DI SAN PIETROBURGO:
Il dato più importante emerso dall’appena conclusosi Forum di San Pietroburgo,
è che l’annunciata crisi economica e finanziaria russa, pronosticata dall’Occidente tramite i suoi organismi finanziari e le sue agenzie di rating, si è rivelata una speranza e non una previsione economicamente fondata.
Lo stesso nei confronti della Cina, per la quale si prevedeva una forte contrazione dell’economia mentre Pechino vanta un PIL con il segno positivo del 4,5%.
I numeri fanno politica e quando le politiche sono sbagliate è difficile che i numeri siano esatti.
Su 193 paesi che compongono le Nazioni Unite, sono solo 52 ad applicare le sanzioni USA e UE, gli altri 141 se ne infischiano ed ottengono maggiori quote di minerali ed idrocarburi russi che ne proiettano la crescita a ritmi ancor più veloci di quanto fossero previsti fino al 2022.
La rete di relazioni commerciali nata a seguito delle sanzioni dell’Occidente, ha reso possibile un ulteriore ampliamento dell’import-export.
Commentando l’impatto delle sanzioni su Mosca, Putin ha detto che «la gente diceva che saremmo stati isolati, ma al contrario, abbiamo stabilito relazioni molto migliori in termini di partner commerciali.
E nonostante la Russia sia obbligata ad aumentare la spesa per la sua difesa, i risultati economici sono oltremodo confortanti».
Il miglioramento delle relazioni commerciali significa sostanzialmente un mercato più vasto e a condizioni di scambio migliori di quelle precedenti.
Gli idrocarburi russi permettevano uno sviluppo economico dell’area Europa maggiore e più rapido…
A distanza di un anno dall’uscita dalla Russia, sono diverse le aziende occidentali che cercano di riavvicinarsi.
Hanno perfettamente chiara l’entità degli affari falliti e le difficoltà a rientrare in un mercato che, per forza di cose, non consentirà più le stesse aperture concesse fino al Febbraio del 2022.
La questione è semplice: Putin le ha chiamate “aziende che sostengono pratiche barbare soggette a influenze politiche”.
Ovvero, la Russia non vuole rapporti economici con aziende politicizzate, sensibili fino all’obbedienza cieca ai diktat del sistema politico statunitense ed europeo.
Per queste aziende, come per questi governi, la strada verso Mosca è sbarrata.
Si dimostra l’effetto boomerang dei dispositivi sanzionatori, che si sono riversati più sulle economie dei sanzionatori che su quelle dei sanzionati.
Il meccanismo sanzionatorio, dall’inizio degli anni ‘90 strumento di politica estera e commerciale, rivela la sua crudele inutilità.
Anzi, proprio le sanzioni, illegali e unilaterali, abuso di posizione dominante, arma puntata contro 29 paesi che rappresentano il 73% della popolazione mondiale, hanno accelerato il processo di de-dollarizzazione, anche da parte di paesi un tempo amici.
La presunta globalizzazione, la libera competizione in un unico e libero mercato mondiale, sono sempre state un imbroglio:
all’aggressività nell’espandersi, gli USA hanno sempre affiancato uguale aggressività per impedire che anche gli altri paesi crescessero.
Perché la libera competizione non esiste, per loro esiste il diritto occidentale anglosassone e il dovere del resto del mondo a riconoscerne la primazia.
D’altra parte l’idea di continuare a dominarlo impedendo la crescita di altri è l’applicazione commerciale dell’imperialismo in forma militare.
La guerra e la NATO
La situazione sul terreno ( in Ucraina) preoccupa l’Occidente, perché nemmeno la famosa controffensiva risulta essere degna di nota sotto il profilo militare, sembra piuttosto un rilancio mediatico e propagandistico destinato alle opinioni pubbliche europee e statunitensi.
…le forze di Kiev non possono avanzare, i governi occidentali non hanno più idea di cosa fare.
Sessantasette mila soldati ucraini sono stati addestrati in 27 paesi NATO e oltre 200 miliardi di Dollari diretti sono stati consegnati a Minsk senza che questo abbia smosso l’operativo russo.
Adesso è il turno dei caccia F-16 e dei missili Patriots, come prima lo è stato dei cannoni Himars e dei tanks Leopard, tutti definiti dalla propaganda mezzi che avrebbero potuto cambiare le sorti del conflitto.
Niente da fare: i russi stanno dove stavano e l’esercito di Kiev è ridotto a poche decine di migliaia di effettivi assolutamente inutili per invertire le sorti del conflitto.
E’ arrivato il momento per USA e UE di riprendere il filo logico di un’avventura senza senso e pericolosa anche per loro.
In questo conflitto è l’Occidente ad essere isolato, non la Russia, la cui integrità da colpire è la vera ragione della carneficina ucraina.
(estratto da altrenotizieorg)